Registrare il proprio avvocato: una tendenza preoccupante – Guida pratica e umana per tutelarsi come professionisti del diritto
- yurilucarini
- 17 apr
- Tempo di lettura: 4 min
"La fiducia è alla base della relazione tra cliente e avvocato. Ma cosa accade quando questa fiducia viene violata?"
Il nuovo volto della diffidenza ⚖️
In un’epoca dove la tecnologia è diventata una protesi quotidiana del nostro vivere, non stupisce che sempre più clienti decidano di registrare i colloqui con il proprio legale. Che sia per ricordare meglio quanto detto, per avere una prova in caso di controversie, o – nei casi più estremi – per un intento manipolatorio, questa pratica solleva questioni etiche, giuridiche e professionali di non poco conto.
Ma cosa spinge un cliente a compiere questo passo? E, ancora più importante, come può un avvocato proteggersi?
In questo articolo affronteremo la questione con uno sguardo tecnico ma anche profondamente umano, fornendo consigli pratici, spunti normativi e strategie concrete per affrontare un fenomeno sempre più diffuso e sottovalutato.
Perché i clienti registrano i loro avvocati? 🎙️
Molti clienti vivono il processo legale come qualcosa di oscuro, fuori dal loro controllo. Registrare può servire loro per "riprendere in mano la situazione" e rassicurarsi.
In contesti conflittuali, soprattutto in ambito civile e penale, non è raro che il cliente tema che il proprio legale non agisca davvero nel suo interesse. La registrazione diventa così un mezzo di autotutela.
Amici, parenti, forum online: oggi tutti danno consigli legali. Spesso, chi suggerisce di registrare è qualcuno di terzo che alimenta la sfiducia nel professionista.
In alcuni (rari ma significativi) gravi casi, il cliente registra per screditare l'avvocato, usare frammenti di conversazione estrapolati dal contesto o addirittura ricattarli.
Il quadro normativo – È lecito registrare un colloquio con il proprio avvocato? 📜
Nel diritto italiano, la registrazione di una conversazione alla quale si partecipa non richiede il consenso dell'altro interlocutore. Questo vale anche per i colloqui tra cliente e avvocato.
Se è vero che il cliente può registrare, non è detto che possa usare liberamente quanto registrato. Gli avvocati sono tenuti al segreto professionale, ma anche i clienti sono vincolati da un rapporto fiduciario.
L’utilizzo distorto o lesivo delle registrazioni può configurare reati come diffamazione, estorsione o violazione della privacy, soprattutto se la conversazione viene divulgata a terzi senza autorizzazione.
Numerose sentenze, tra cui Cass. Pen. n. 18908/2011 e Cass. Civ. n. 5128/2003, riconoscono la legittimità della registrazione, ma ne regolano rigorosamente l’utilizzabilità in sede giudiziaria e la diffusione.
Come può difendersi l’avvocato? 🛡️
Esplicitare già dal primo incontro che si agisce in un regime di fiducia reciproca può scoraggiare l’idea di registrare. Inserire nel contratto un riferimento alla riservatezza dei colloqui, pur senza valore vincolante per la registrazione, ha un peso morale significativo.
L’avvocato deve sempre parlare come se stesse registrando lui stesso. È buona prassi mantenere un linguaggio preciso, evitare espressioni ambigue e garantire sempre una linea difensiva coerente.
Ricapitolare quanto detto a voce tramite email o PEC aiuta a creare una traccia ufficiale del contenuto dei colloqui. In caso di registrazioni distorte, la documentazione scritta è una salvaguardia fondamentale.
Frequentare corsi sulla comunicazione forense, la privacy e la gestione del cliente "difficile" aiuta a costruire anticorpi professionali forti.
Se una registrazione viene usata in modo illecito, l’avvocato può presentare denuncia per diffamazione o estorsione, segnalare il fatto al Consiglio dell’Ordine e valutare l’interruzione del mandato per perdita del vincolo fiduciario.
La dimensione psicologica – Quando la fiducia si rompe 💔
Per un avvocato, scoprire di essere stato registrato può essere traumatico. Non si tratta solo di una questione giuridica, ma umana: la sensazione di essere stati spiati mina profondamente la relazione.
È importante non interiorizzare il gesto del cliente come un fallimento personale. Il contesto sociale e digitale ha abbassato le barriere dell’etica e della privacy: non sempre è una colpa del professionista.
Talvolta, se il rapporto è ancora recuperabile, può valere la pena affrontare la questione a viso aperto, chiedendo spiegazioni e ristabilendo confini chiari.
In altri casi, è necessario riconoscere che il rapporto si è irrimediabilmente incrinato. Proteggere la propria serenità è parte integrante del ruolo professionale.
Apparecchiature anti-registrazione – Una barriera tecnologica alla violazione della riservatezza 🛠️
Nel mercato attuale esistono dispositivi elettronici progettati per impedire la registrazione audio, pensati per proteggere riunioni riservate, ambienti professionali sensibili e – appunto – colloqui legali.
I principali strumenti includono:
Jammer acustici a ultrasuoni: emettono frequenze ultrasoniche non udibili dall'orecchio umano ma che disturbano microfoni e registratori, rendendo l'audio inutilizzabile o fortemente degradato.
Generatori di rumore bianco: producono suoni costanti che sovrappongono le voci umane, mascherando efficacemente il contenuto della conversazione.
Custodie anti-spia per smartphone: impediscono ai dispositivi di captare suoni o trasmettere dati tramite schermature RF e assorbitori acustici.
Tessuti e materiali fonoassorbenti: se integrati nell’arredo dello studio legale, aiutano a minimizzare la propagazione del suono e rendere più difficile una registrazione ambientale.
È fondamentale, tuttavia, segnalare che l’uso di tali dispositivi deve sempre avvenire nel rispetto della normativa vigente, senza ledere i diritti fondamentali del cliente o generare una sensazione di ostilità o sospetto. È consigliabile utilizzare questi strumenti con trasparenza, magari illustrandone la funzione e motivando la scelta in un’ottica di reciproca tutela.
La tecnologia, se usata con etica e intelligenza, può diventare un alleato della riservatezza e del decoro professionale.
Conclusioni operative – Cosa fare (e cosa evitare) ✅❌
Informare il cliente fin da subito sul valore del rapporto fiduciario. Tenere una comunicazione sempre professionale e inequivocabile. Creare una documentazione scritta di ogni passaggio importante. Segnalare tempestivamente eventuali abusi o scorrettezze.
Evitare di reagire d’impulso o in modo aggressivo alla scoperta di una registrazione. Evitare di esporsi in modo informale, anche se il cliente sembra amichevole. Evitare di lasciar passare episodi gravi senza agire: il silenzio legittima il comportamento scorretto.
Ritrovare il senso della professione 🧭
Essere avvocati oggi significa anche affrontare nuovi scenari, in cui la tecnologia e la diffidenza si intrecciano. Non possiamo impedire ai clienti di registrare, ma possiamo – e dobbiamo – proteggerci con consapevolezza, metodo e dignità.
Un professionista sicuro, preparato e coerente sarà sempre più forte di qualsiasi file audio.
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Yuri Lucarini Informatico Forense - Criminologo www.indaginidigitaliforensi.com

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