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Google Drive: paradiso della produttività o rischio per la privacy?

L’obiettivo di questo articolo è proporre un’analisi ragionata, non allarmistica ma critica, su rischi e responsabilità legati all’uso di Google Drive nei contesti professionali più esposti – in particolare quelli legali e forensi – con uno sguardo orientato alla cybersecurity e alla protezione delle informazioni sensibili.

Proseguendo, esploreremo le politiche di sicurezza di Google, i punti deboli noti, le implicazioni giuridiche e le alternative possibili per chi cerca una gestione più autonoma e trasparente dei propri dati.

Politiche di sicurezza e crittografia su Google Drive

Google afferma di utilizzare standard di sicurezza di livello enterprise per proteggere i dati degli utenti. I file conservati su Drive vengono crittografati in transito e a riposo, attraverso protocolli TLS e AES-256. Inoltre, l'accesso ai dati è rigidamente controllato attraverso meccanismi di autenticazione a più fattori, monitoraggio delle attività sospette e audit trail.

Ma è sufficiente? La crittografia offerta da Google è, nella maggior parte dei casi, "server-side", il che significa che le chiavi di cifratura sono in mano a Google. Questo dettaglio, spesso trascurato, ha implicazioni significative: in caso di richiesta governativa o di accesso forzato da parte di terzi, l’azienda è tecnicamente in grado di decifrare e fornire quei dati.

Un altro punto critico è rappresentato dalla gestione dei metadati. Anche se i contenuti sono criptati, molte informazioni accessorie – come orari di accesso, nomi dei file, relazioni tra documenti e utenti – restano accessibili e vengono spesso utilizzate per analisi statistiche o ottimizzazioni algoritmiche.

La trasparenza di Google sul trattamento dei dati è aumentata nel corso degli anni, grazie anche alla pressione normativa (si pensi al GDPR in Europa), ma resta il fatto che gli utenti professionali – soprattutto quelli soggetti a vincoli deontologici e obblighi di riservatezza – dovrebbero valutare con attenzione la compatibilità di queste politiche con il proprio profilo di rischio.

Google Drive è sicuro, sì o no?

Se me lo chiedi come lo chiederesti a un amico davanti a un caffè, ti direi: dipende da cosa ci metti e da quanto ne sai. Per i file personali, le foto di famiglia o la lista della spesa, Drive va benissimo. Ma se parliamo di documenti sensibili, dati di clienti, atti giudiziari o strategie aziendali, allora la risposta cambia. Non perché Google sia "cattivo" o poco serio, ma perché il modello di sicurezza che offre è pensato per il grande pubblico, non per le esigenze di chi ha responsabilità professionali molto elevate. In quei casi, è meglio pensarci due volte, valutare soluzioni cifrate end-to-end o sistemi di archiviazione sotto il proprio controllo diretto. Non è questione di paranoia, è solo buon senso.


E Voi cosa ne pensate ? Avete mai avutu dubbi su Google Drive ?

La sicurezza dovrebbe per Voi essere implementata ?

Scrivetelo nei commenti .....l'invito è aperto anche hai colleghi !


Yuri Lucarini Informatico Forense - Criminologo 

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