Nell'era digitale, le chat sono diventate uno strumento di comunicazione pervicace, utilizzato in ogni ambito della vita quotidiana, comprese le relazioni professionali e commerciali. Di conseguenza, le conversazioni via chat assumono sempre più rilevanza come prova in ambito legale.
Tuttavia, l'avvento di app per la creazione di chat fake ha sollevato nuove sfide per la valutazione dell'autenticità e dell'ammissibilità di tali prove.
Cosa sono le app fake per creare chat
Le app fake per creare chat permettono di generare conversazioni artificiali che imitano lo stile e il formato di popolari applicazioni di messaggistica come WhatsApp, Facebook Messenger e Telegram.
Queste app possono essere utilizzate per diversi scopi, tra cui:
Creare conversazioni realistiche per scopi di intrattenimento o didattici.
Simulare una conversazione con un personaggio immaginario.
Falsificare conversazioni per fini illegali o fraudolenti.
Il rischio legale
L'utilizzo di chat false come prova in un contesto legale può avere gravi conseguenze. In Italia, la presentazione di prove false è considerata un reato di frode processuale, punibile con la reclusione da 2 a 6 anni.
Inoltre, la diffusione di chat false a scopo diffamatorio può integrare il reato di diffamazione, punibile con la multa o la reclusione.
Valore probatorio delle chat WhatsApp
Le chat WhatsApp possono essere acquisite come prova in diversi modi:
· Screenshot dei messaggi: Fotografare la conversazione sullo smartphone.
· Testimonianza dei messaggi: Chiamare a testimoniare chi ha letto i messaggi.
· Trascrizione dei messaggi: Riportare il contenuto per iscritto.
· Acquisizione dello smartphone – copia forense con software forense apposita : Acquisire il dispositivo come prova.
Quali problematiche per ognuno di questi metodi:
Screenshot dei messaggi:
Autenticità: Gli screenshot possono essere facilmente manipolati o alterati. Senza un controllo rigoroso, non è possibile garantire che siano veri e non modificati.
Contesto mancante: Gli screenshot potrebbero non includere il contesto completo della conversazione, rendendo difficile interpretare correttamente i messaggi.
Testimonianza dei messaggi:
Affidabilità del testimone: La testimonianza di chi ha letto i messaggi può variare in base alla memoria e all’oggettività della persona. Potrebbe essere soggetta a errori o distorsioni.
Contraddizioni: Se diverse persone coinvolte nella chat forniscono testimonianze contrastanti, può crearsi confusione sulla veridicità dei messaggi.
Trascrizione dei messaggi:
Errori di trascrizione: Trascrivere manualmente i messaggi può portare a errori di battitura o omissioni. Anche un piccolo errore potrebbe alterare il significato del messaggio.
Tempo e risorse: La trascrizione richiede tempo e sforzo, soprattutto se la chat è lunga.
Acquisizione dello smartphone:
Privacy: Acquisire lo smartphone di qualcuno come prova può sollevare preoccupazioni sulla privacy. Potrebbe essere necessario ottenere il consenso della persona coinvolta.
Integrità del dispositivo: Se lo smartphone viene manomesso o alterato, potrebbe compromettere l’autenticità dei messaggi.
Ma ad oggi fare la copia forense, bit a bit, del dispositivo è una metodologia affidabile e che garantisce l’autenticità, per il controllo delle cartelle dove sono contenuti i file e del percorso dei messaggi , se sono stati ricevuti o inviati . E nel dettaglio quale APP installata sul dispositivo è stata utilizzata.
Ad esempio: UFED CELLEBRITE – MAGNET AXIOM – OXYGEN FORENSICS
Consenso e privacy:
Violazione della privacy: L’acquisizione di chat senza il consenso delle persone coinvolte potrebbe violare la loro privacy. È importante rispettare le leggi sulla privacy e ottenere il consenso adeguato.
Esempi giurisprudenziali:
Contestazione dell’autenticità: In alcuni casi, la validità delle chat WhatsApp è stata messa in discussione in tribunale. Le parti coinvolte possono contestare l’autenticità dei messaggi.
Interpretazione: La giurisprudenza può variare su come interpretare le chat come prova. Alcuni giudici potrebbero considerarle affidabili, mentre altri no.
Tuttavia, l'ammissibilità e il valore probatorio di tali chat possono essere contestati in sede processuale. La parte contro cui la chat viene prodotta può infatti eccepire la sua falsità o la sua inattendibilità.
Consenso e privacy
L'acquisizione di chat WhatsApp come prova può implicare questioni relative al consenso e alla privacy.
In generale, è necessario il consenso del titolare del trattamento per acquisire e utilizzare i suoi dati personali. Tuttavia, in alcuni casi, il consenso può essere derogato in presenza di specifiche esigenze investigative o processuali.
Esempi giurisprudenziali
In diversi casi, le chat WhatsApp sono state utilizzate come prova in sede giudiziale. Ad esempio, la Cassazione ha riconosciuto la validità di un licenziamento comunicato tramite WhatsApp (Cass. n. 14651/2018).
Tuttavia, la Suprema Corte ha anche sottolineato l'importanza di vagliare con attenzione l'autenticità e l'attendibilità delle chat prodotte in giudizio (Cass. n. 24694/2017).
Conclusioni
L'utilizzo delle chat come prova in ambito legale offre nuove opportunità investigative e processuali. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli dei rischi legali associati all'utilizzo di chat false e di acquisire e utilizzare tali prove nel rispetto delle norme sul consenso e sulla privacy.
Per approfondire:
Cassazione, sentenza n. 49016 del 2017
Ordinanza del Tribunale di Milano del 2019
Articolo "Le chat come prova in giudizio: istruzioni per l'uso"
Yuri Lucarini Informatico Forense – Criminologo – Indagini Digitali Forensi
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